La mia formazione e i miei interessi mi hanno portato ad occuparmi di adolescenti e preadolescenti, in particolare con problematiche relative alle difficoltà scolastiche, di varia origine e natura. I problemi che un ragazzo può incontrare a scuola possono derivare o meno da disturbi specifici, come la famigerata dislessia, o il più ampio gruppo dei DSA. Molto più spesso, però, lo studio e lo stare in classe sono il luogo in cui si esprimono disagi che nascono altrove, e che in modi diversi testimoniano la fatica di crescere.
Mi occupo anche di genitori, e di quanto ruota attorno a questa dimensione così complessa dell’essere umano, da quando compare alle sue diverse declinazioni nelle varie fasi di vita dei figli. Dal cercare un figlio, al farci i conti nella realtà del ritorno a casa dopo la nascita, al gestire l’arrivo di un fratellino, o l’ingresso a scuola, e poi la separazione fisiologica dell’adolescente. Ogni momento ha una sua specifica ricaduta nella mente di un genitore, o di chi si appresta a divenire tale. Incontrare delle difficoltà può accadere, ciò che conta è poterle leggere senza colpevolizzarsi, e al fine di sciogliere i nodi che permettano a figli e genitori di fare nuovi passi.
Infine, da qualche tempo mi sono appassionata di terza età, apparentemente distante dalle altre due, eppure con dei punti di contatto e continuità: un corpo di cui bisogna accettare i cambiamenti, come in adolescenza, e nuovi modi di essere genitori, come il fare i nonni, o meno. Invecchiare non porta con sé necessariamente o soltanto degli acciacchi, può essere invece un momento per vivere sé stessi fino in fondo, all’occasione dei fisiologici bilanci a cui ci porta la vita.